crescita personale

Forse ti sarà capitato di scoprirti a pensare o dire cose del tipo:

“Qui non va bene niente!”
“È tutto sbagliato.”
“Succede sempre così!”
“Non mi riesce mai.”

Purtroppo succede a molti di noi di dire cose del genere, in special modo quando siamo arrabbiati o sotto stress, magari perché siamo di fronte a problemi che ancora non riusciamo a risolvere o a situazioni esasperanti.

I vari niente, tutto, sempre, mai ecc. sono quelli che in PNL (Programmazione Neuro Linguistica) si chiamano quantificatori universali, ovvero vocaboli che, per dirla in parole semplici, fanno di tutta l’erba un fascio. Operano le cosiddette generalizzazioni.

I quantificatori universali hanno sostanzialmente due caratteristiche:

  • Sono comodi
  • Sono bugiardi

Sono comodi perché è facilissimo usarli. Sotto stress ci escono spontanei che è una bellezza.
“Con te va sempre a finire così!”
“Non fai mai niente di quello che dico!”
“È tutto sbagliato!”

Però sono anche e soprattutto bugiardi. Non è vero che va sempre a finire così, perché se fosse vero avrei smesso di provarci da un pezzo. Non è vero che è tutto sbagliato, perché se fosse vero non ci sarebbe il minimo margine di miglioramento e non starei neanche qui a parlarne. Di solito la realtà è diversa. Ad esempio, con sempre intendo molto spesso, o con tutto un sacco di cose.

Che differenza c’è fra dire “è tutto sbagliato” e “ci sono molti aspetti da sistemare”? La differenza è enorme e sta nel focus. Le generalizzazioni sono il deterrente maggiore per il nostro focus, il nemico numero uno. L’uso indiscriminato dei quantificatori universali non sposta semplicemente il focus in una direzione sbagliata. Fa di peggio: lo annulla!

Immagina di trovarti di fronte ad un problema di lavoro e dire “in questo progetto non va bene niente”, oppure ripensare alla tua famiglia o alla tua vita privata dicendo “dovrei cambiare tutto”. Come ci si sente? Demotivati, spossati. Ci viene voglia di mandare tutto a quel paese (appunto, tutto). Non manderesti mai qualcosa a quel paese. Capisci la trappola? In quei momenti la nostra visione è completamente sfuocata. La conseguenza è che non troviamo appigli. Ci manca un punto di partenza per cominciare a risolvere la situazione. A volte riusciamo addirittura a sparare supergeneralizzazioni distruttive al massimo, del tipo: “Qui nessuno fa mai niente!” Frase tipica di un genitore che rimprovera i figli in casa o di un capo che sbotta coi collaboratori. Se fosse vero che nessuno fa mai niente, non esisterebbe l’azienda. Generalizzare in questo modo non serve proprio a niente! (Sì, in questo caso niente è la parola giusta :)) Dobbiamo stare attenti a reagire così perché è tanto inutile quanto facile.

Se leggendo questo articolo ti stai accorgendo che fai un uso eccessivo dei quantificatori universali, comincia a farci più caso. Ascoltati di più, ascoltati meglio. Se il tuo focus è indirizzato male puoi spostarlo abbastanza semplicemente, ma se la tua visione è sfuocata hai perso in partenza. È come se ti trovassi sottozero, di fatto indugi in una dimensione in cui la soluzione non c’è, così che il problema persiste indisturbato e tu perdi tempo ed energie inutilmente. Fastidioso, vero?

Non permettere ad un cattivo dialogo interno di rubarti il focus. Ricorda: ogni problema ha la sua soluzione. Devi solo essere sicuro di avere gli occhi aperti per metterla a fuoco.

2 commenti

  1. Ciao,
    ottimo articolo! Infatti da quando sto più attento al mio linguaggio e all’uso delle generalizzazioni che a volte la mia mente automaticamente e facilmente genera, col tempo ho imparato a “smussarle”, precedendole da una piccola parola facile ma poco usata: quasi.
    Sono d’accordo con te sul fatto che le generalizzazioni sono comode e false (si può dire che lo sono sempre? ;)) ), e questo perché riconosco che in certi stati d’animo la nostra mente, anche se momentaneamente, attinge a poche risorse in quel momento. Mentre rileggevo questo articolo stavo ricordandomi una frase di Bandler che dice qualcosa come: “Tutte le generalizzazioni sono false!”, bello questo paradosso, così, mi sono azzardato ad aggiungere, alla tua frase, il quantificatore “sempre”…
    Grazie ancora per questo contenuto, e siccome sono appena atterrato in questo sito, dopo l’invio del commento, leggerò gli altri articoli!:)
    Andrea

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