crescita personale

Un viso pieno, ben sbarbato e sorridente, un abito classico, un tre pezzi giacca-gilet-pantaloni in Principe del Galles, una camicia bianca dai polsini con gemelli e una cravatta blu. Un atteggiamento fiero, ispirante fiducia e determinazione, una posa esteticamente elegante e fiera, accanto ad una scrivania con dei libri e uno schermo di un computer. E sotto, una frase:

A manager who neglects to keep himself up to date and denies any kind of personal growth, is playing russian roulette with his career.

(“Un manager negligente nel tenersi aggiornato e che rifiuta qualsiasi forma di crescita personale, sta giocando alla roulette russa con la sua carriera.”)

Era l’autunno del 1987. Ero nel mio nuovo ufficio. Tutto nuovo: nuova mansione, nuova responsabilità, nuovi colleghi, nuovo direttore dei sistemi informativi. E “casualmente” i miei occhi si posarono sulla quarta di copertina di una rivista americana, poggiata sulla mia nuova scrivania, in mezzo a tonnellate di manuali, libri ed altre pubblicazioni impilate in maniera così empirica da temere che da un momento all’altro crollasse tutto rovinosamente.

Al di là del messaggio in se stesso, che potrebbe sembrare quasi intimidatorio, in realtà quelle parole risuonarono nella mia mente come una campana a festa.

Tenermi aggiornato. Crescita personale. Già.

Gli anni ’90 si stavano avvicinando, l’Europa unita da sogno si stava trasformando in realtà. Bisognava essere pronti al cambiamento, pronti a qualsiasi opportunità di sviluppo e crescita. Ma come fare?
Decisi di prendere nota di quel chilometrico numero di telefono, e qualche giorno dopo chiamai.
Insomma, per farla breve il mio cammino di crescita personale iniziò proprio da quel fortuito “incontro” con quel gentleman americano che, con la sola fisiologia, seppe comunicarmi l’importanza della crescita personale.

Da allora sono passati 25 anni, nei quali il mondo si è trasformato milioni di volte, non solo una. E questa velocità evolutiva è in continuo aumento, tale che ciò che oggi era SICUREZZA domani può diventare VARIETA’, giusto per citare due dei bisogni base secondo Anthony Robbins.

Metamessaggi di questo genere ormai giungono da ogni genere di mezzo comunicativo. La crescita personale è ormai diventato un valore MUST per ogni essere umano che desideri davvero fare la differenza, per se e per gli altri.

Allora la cosa giusta da fare è:
avere coraggio e intraprendenza nello sperimentare!

La nostra innata saggezza ci porta NATURALMENTE a seguire il percorso più adatto e confacente alle nostre esigenze.
Facciamo il primo passo: ascoltiamo quel metamessaggio, che non giunge da fuori ma da dentro noi, e AGIAMO. Poniamoci degli obiettivi, misurandoli e dando loro un “cipiglio” positivo, entusiastico, realizzabile, misurabile, condivisibile, e con una scadenza precisa; concretizziamo qual è lo scopo, il motore, il VERO motore che ci spinge a realizzare quegli obiettivi, e agiamo secondo i nostri valori in campo.
Da quel momento in avanti, il cambiamento è già operato, e non rimane che perseverare con coraggio e intraprendenza.

Dicono che il seme di ciò che faremo è in noi tutti, ma a me è sempre sembrato che, in coloro che affrontano la vita scherzando, quel seme sia coperto da un humus più ricco e da un letame di miglior qualità.
(Ernest Hemingway, “Festa mobile”)

2 commenti

  1. bellissimo articolo Luisa, si, il potere dei “Metamessaggi” è indiscutibile, sono ovunque, e che lo vogliamo o no ci colpiscono come un laser, è da qui in poi che si può fare la differenza nella nostra vita, è qui che ha inizio la danza, che in altri termini è il dare corpo a quel sottile sussurro dell’anima che ti dice…..vaiiiii…… come hai fatto tu…….

  2. Ciao Daniele, grazie per il commento! Tengo a precisare che l’articolo è stato scritto dal mio caro amico Vincenzo Ingarao al quale rinnovo i miei complimenti! Hai proprio ragione: quando la nostra anima sussurra e noi le diamo ascolto inizia la danza!!! 🙂

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